La carie

La carie

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La carie è una patologia multifattoriale, dove la presenza dei batteri definiti cariogeni è necessaria ma non sufficiente al suo sviluppo; infatti affinché si sviluppo il processo carioso è indispensabile una predisposizione del soggetto e un apporto elevato di carboidrati, soprattutto saccarosio, con la dieta. Sono stati identificati oltre 300 batteri cariogeni, i principali sono lo Streptococcus Mutans e il Lactobacillus. Un batterio per essere definito cariogeno deve essere:

  • acidogeno: aggredendo un substrato di zuccheri raffinati deve produrre acidi forti
  • Acido-tollerante: deve tollerare variazioni di pH importanti
  • In grado di aderire alle superficie dure del dente e replicare notevolmente per colonizzare tale superficie

È una malattia infettiva cronico-degenerativa, il cui unico segno clinico è la lesione cavitaria, che una volta formatasi non consente più la restitutio ad integrum. Se non arrestata, la carie può progredire provocando l'infezione della polpa e dei tessuti peri-apicali. Un rischio di carie elevato è potenzialmente presente in qualsiasi momento della vita del soggetto, in quanto i fattori di rischio possono mutare per cause diverse.

Non esiste un solo sistema di valutazione del rischio di carie, ma è importante che la valutazione individuale del rischio venga effettuata periodicamente, tenendo conto del numero più ampio di fattori correlati con la malattia, considerando quindi l’esperienza di carie, le abitudini alimentari (frequenza di assunzione cibi e bevande zuccherate) e di igiene orale, la fluoroprofilassi, lo stato di salute della famiglia e dei fattori salivari (flusso salivare, potere tampone e concentrazione cariogeni). Nella valutazione del rischio, i test salivari rivestono un ruolo di rilievo, considerando l’importante effetto tampone e dilavante della saliva: un flusso normale stimolato deve essere superiore a 1 ml/min e il pH salivare deve essere basico. La concentrazione dei microrganismi in saliva è direttamente proporzionale a quella nella placca batterica, per questo motivo sono stati messi a punto semplici test che permettono di effettuare una valutazione di tipo semi-quantitativo di Streptococcus Mutans e Lactobacillus. 

Un metodo computerizzato che aiuta il clinico nell’eseguire questa valutazione è il Cariogram (elaborato dalla Malmö universitet), che prende in considerazione 10 parametri per valutare la chance del paziente di evitare l’insorgenza di lesioni cariose. 

I fattori considerati sono:

  • Esperienza di carie
  • Patologie sistemiche
  • Contenuto di zuccheri nella dieta
  • Frequenza di assunzione di alimenti
  • Placca batterica sulla base di Plaque Index
  • Streptocco Mutans
  • Fluoroprofilassi
  • Flusso salivare
  • Capacità tampone della saliva (buono con Ph>6)
  • Giudizio clinico

Il DMFT, per la dentizione permanente, o il dmft, per quella decidua, permette di valutare l’esperienza di carie del soggetto attraverso la valutazione di: D denti affetti da carie, M denti mancanti per carie, F denti otturati a causa della carie, T prende in considerazione il dente. Per gli RCT (studi randomizzati e controllati) generalmente si preferisce il DMFS, dove la S indica la superficie del dente. La presenza anche di un solo elemento, deciduo o permanente, cariato, curato o mancante per carie è fattore di rischio per l’insorgenza di lesioni cariose. Tutti i soggetti a medio e alto rischio di carie richiedono misure preventive aggiuntive: integratori, gel (ogni sei mesi) e collutori a base di fluoro per uso domiciliare (da 100 a 230 ppm). Applicazioni trimestrali di vernici alla clorexidina o vernici al fluoro (prolungare il tempo di contatto tra fluoro e smalto dentale)

L’assunzione di bevande e cibi contenenti carboidrati semplici è sconsigliata fuori dai pasti principali e non deve essere superiore alle 4 dosi giornaliere o superiore al 10% del fabbisogno giornaliero. Le early childhood caries, conosciuta come carie da biberon, è una malattia che colpisce i denti dei bambini, principalmente a causa dei carboidrati fermentabili assunti tramite le bevande, per questo motivo è importante educare la madre sui rischi che corre il bambino.

Nel bambino le manovre di igiene dovrebbero essere iniziate prima dell’eruzione dei denti per rimuovere i batteri presenti su lingua e gengive tramite una garza umida. Solo dopo eruzione, si consiglia l’uso di spazzolino almeno 2 volte al giorno, utilizzando un dentifricio con fluoro solo quando il bambino è in grado di sputare, poiché l’ingestione elevata di fluoro, nei primi 5 anni di vita, può causare macchie bianche sullo smalto note come fluorosi, che non possono essere corrette se non con rimozione di parte di smalto. Fino a 5 anni si consiglia di adoperare un dentifricio contenente 500 ppm di fluoro, dopo si consiglia l’uso di un dentifricio che ne contiene 1000/1500 ppm. Nei casi di difficoltà all’uso del dentifricio e nei soggetti ad alto rischio di carie come metodica aggiuntiva, si somministrano gocce di fluoro. Le sigillature dei solchi dei molari permanenti  (profondi ed articolati) prevengono la carie delle superfici occlusali, con una efficacia del 81%. È utile come misura preventiva primaria (barriera) o secondaria (arresto progressione carie) da effettuare solo nei pazienti ad alto rischio per ottimizzare costi-benefici.

Gli effetti benefici sulla salute orale della masticazione di chewing-gum (Harris et al., 2012) includono la rimozione dei residui di cibo e della placca dalle superfici dentali, la stimolazione del flusso salivare e l’incremento del pH della saliva e della placca. Lo xilitolo, in particolare, presenta un’importante attività cario-preventiva. Altri functional foods che hanno dimostrato recentemente un’efficacia preventiva nei confronti della patologia cariosa sono quelli che contengon Stevia, l’estratto di corteccia e alcuni ceppi di probiotici (lactobacillus).